Body positive Catwalk: io c’ero!

Hai mai sentito parlare della Body Positive Catwalk? Sia che tu abbia risposto si che il contrario, sono sicura che questo articolo ti piacerà: proviamo e poi mi dici se avevo ragione?

Prima di raccontarti cos’è la body positive catwalk, ti faccio una domanda.

Avevo già sentito parlare di questo evento, leggendo il libro di Benedetta De Luca e quando qualche settimana fa, per caso, ho scoperto che di lì a poco sarebbe successo di nuovo, il mio cuore è impazzito.

Il body positive catwalk è un flashmob ma non è un flashmob, è una sfilata ma non è una sfilata, è una manifestazione ma non è una manifestazione.

Ok mi spiego meglio: è una sfilata ok, ma non è una di quelle passerelle della Fashion Week dove devi entrare in una certa taglia, sorridere e nascondere ogni insicurezza. È un evento dove è la bellezza autentica con le sue imperfezioni, la protagonista e non ci sono selezioni all’ingresso o casting. Basti tu.

Oggi ti parlo del Body Positive Catwalk perché quest’anno, c’ero anche io. Però prima di raccontarti la mia esperienza, ti spiego meglio cos’è il body positive catwalk perché fino ad ora ti ho solo confuso le idee.

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Un flash mob inclusivo a Milano

Il Body Positive Catwalk è un evento che celebra l’unicità di ogni corpo a prescindere dalla taglia, dalla forma, dal genere.

Ora, immagina Piazza Duomo a Milano, invasa all’orario aperitivo da un fiume di persone che cercano il locale giusto, bevono il drink preferitvo, visitano la cattedrale.

Ora sposta l’attenzione verso la statua e immagina un gruppo di circa 30 persone intente a spogliarsi dai pregiudizi e assieme a questi, dai vestiti.

Persone come te, come me, con corpi imperfetti, lontani dagli standard di bellezza imposti da media e social media, coi i propri percorsi, e la fatica che ci è voluta per dire: “Mi merito di stare qui”.

Ecco tra queste persone c’ero anche io, ma di quella giornata vissuta dal mio punto di vista, ti parlo più tardi.

Piazza Duomo con una sfilata inclusiva: quattro personaggi in costume da bagno camminano fieri su una passerella, sullo sfondo il Duomo e la scritta rosa “Body Positive Catwalk”

Il Body Positive Catwalk è uno degli appuntamenti più significativi in Europa quando si parla di inclusione: un mix tra flash mob e passerella che mette al centro la bellezza reale di ogni corpo. Un gesto simbolico, ma allo stesso tempo profondamente concreto, per rompere gli stereotipi e dare spazio alla diversità.

Ogni persona che partecipa diventa portavoce di un messaggio forte, necessario, potente.

In Italia, è successo a Milano, la prima volta nel 2019 quando circa 200 persone hanno deciso di sfilare per celebrare il loro corpo. Donne, giovani, meno giovani, con disabilità visibili ed invisibili, magrissime, rotonde, altissime, bassine, bianche, nere, con chiome fluenti o senza capelli: non c’erano regole.

Le persone sfilano in intimo, in costume, a piedi nudi o in carrozzina, con cicatrici, tatuaggi, pancette, seni piccoli, seni grandi, corpi vissuti e lo fanno per mostrare quello che solitamente ci hanno insegnato a nascondere.

E sì, hai letto bene: ho scritto sfilare. Ma questa è molto più di una passerella, qui si cammina per liberarsi dal pregiudizio, che molto spesso è il nostro. E poi la cosa meravigliosa è che non è una gara a chi si mostra di più, ma un invito a mostrarti se, come e quando te la senti.

E secondo me mettere la normalità al centro di una passerella è una cosa potentissima, tu che ne pensi? Ma a chi è venuto in mente di creare un evento simile? Te lo spiego tra un attimo. Prima prenditi una pausa per guardare il video della prima edizione del Bodypositive Catwalk.

Modella curvy in stile chibi con lunghi capelli biondi e bikini rosso scuro, in posa sorridente con una mano sul fianco
Sorridi, che sei bellissima

Chi ha creato Body Positive Catwalk

Chi ha portato il Body Positive Catwalk in Italia? Lo hanno portato Laura Brioschi assieme al suo compagno Paolo Patria. Ma chi è Laura Brioschi e perché la sua voce fa bene al cuore e al corpo?

Ci sono persone che entrano nella tua vita anche solo con un video su Instagram o con una frase detta al momento giusto… e ti cambiano lo sguardo. Mi è successo spesso nell’ultimo periodo, anche quella mattina mentre scrollavo il feed di Instagram e ho trovato il post in cui si parlava della body positive catwalk.

Laura è una donna che non solo ha fatto della sua immagine una forza, ma ha trasformato la propria storia in uno spazio di liberazione per tutte. Nata nel 1989 a Pietra Ligure, fin da giovanissima ha iniziato a lavorare come modella curvy.

Ha sfilato per marchi importanti come Elena Mirò e Marina Rinaldi, e si è fatta strada in un ambiente che ha ancora tanta, tantissima strada da fare quando si parla di inclusività.

Però va detto, ci sono iniziative fantastiche come quella ideata da Benedetta De Luca e la sua Womderful Inclusive Fashion Show a cui ho avuto la fortuna di assistere che rappresentano un segnale forte che qualcosa sta cambiando anche nella moda che è esclusiva per antonomasia.

Ma Laura non si è fermata alle passerelle. Ha scelto di mettersi in gioco con il corpo, ma soprattutto con il cuore, creando The Love Curvy Bikini, una linea di costumi pensata per tutte le taglie, con il desiderio di farci sentire belle, comode, libere.

Non è un brand che ti dice come devi essere. È un brand che ti dice: “Indossa chi sei.”

E se ti stai chiedendo se tutto questo è solo marketing, ti rispondo subito: no. Laura ci mette la faccia, le fragilità, la storia. Ha raccontato il suo percorso anche in un libro, Noi siamo luce, dove parla di accettazione, disturbi alimentari e Mindful Eating.

Libro aggiungo alla mia wishlist senza ombra di dubbio.

Perché parlare di lei? Perché serve. Serve sentire donne come Laura dire che si può cambiare il modo in cui ci guardiamo. Che non è una gara a chi è più forte o più magra o più perfetta. È un viaggio. E non si fa da sole.

Io lo so bene. Tu, forse, anche. Ed è per questo che oggi ti parlo di lei. Perché se ti serve un punto di partenza, una voce che ti faccia sentire “abbastanza” così come sei… Laura Brioschi può essere quella voce perché, come dice sempre, siamo umani.

Laura Brioschi in versione chibi stile
Siamo umani!

Il significato di body positive per me

Ma cosa vuol dire Body Positive per me? Ecco, per me non è solo un hashtag o una parola che oggi “va detta” come autenticità, altra parola a cui tengo moltissimo.

È un allenamento emotivo. È imparare a parlarsi meglio e a guardarsi altrettanto meglio, anche quando ti viene da urlarti contro. È guardare le mie gambe con le cicatrici e dire: “Sì, ci sei ancora. E sei bellissima proprio così.”

Il Body Positive Catwalk questo significato lo identifica a pieno e lo celebra, lo urla, lo canta. E no, non è solo per chi ha già fatto pace con se stesso. È soprattutto per chi ancora ci sta provando. Perché i giorni difficili ci sono per tutti eh?

Perchè ok, io le mie cicatrici ormai le vedo come segni di forza, ma mostrare le mie cicatrici davanti a tutti, nella piazza principale della mia città? Bè, fa paura, sì. Ma mi fa anche venire tanta voglia di dire: “Eccomi. Non ho più niente da nascondere”.

Al Body Positive Catwalk si sfila per liberarsi dal pregiudizio. Per dire che non c’è un solo modo giusto di esistere.

Ti sta venendo voglia di partecipare al prossimo? Non perdere di vista questa pagina Instagram perché il 2025 riserva altre sorprese.

Body positive catwalk Milano 7 giugno 2025
Ogni corpo merita pace e rispetto

Essere al body positive catwalk

Il 7 giugno 2025 alle ore 18.00 Piazza Duomo, ha fatto da scenario al secondo body positive catwalk a Milano e questa volta, c’ero anche io.

Sebbene non ci abbia pensato due volte ad iscrivermi, l’imbarazzo non è certamente mancato quando mi sono trovata in costume da bagno nella piazza principale della mia città.

Sabato pomeriggio, un fiume di gente intenta ad ammirare la cattedrale, a cercare un posto per fare l’aperitivo o forse anche solo per una passeggiata mentre io, assieme ad una trentina di persone tra uomini e donne, eravamo in agitazione pronte a spoglairci: ognuno su quella piazza, portava la sua storia.

Ognuno su quella piazza non ci era arrivato leggero.

Dietro a quelle persone, c’erano storie potenti. Storie di disabilità più o meno visibile, cicatrici odiate e a lungo nascoste, lotte con l’ossessione per il cibo, bodyshaming, discriminazione, bullismo, anorresia, bulimia.

Smagliature, tatuaggi, cicatrici, curve, assenza di curve… Corpi imperfetti, come il mio. Come il tuo.

Non c’era un dress code, non c’erano regole. Ognuno ha potuto scegliere se indossare intimo, un costume o un vestito. Io ho scelto un costume intero nero: strano che abbia scelto il nero, penserai se mi conosci.

Confesso che non appena io e Martina, una ragazza stupenda che avevo conosciuto a febbraio al The Womderful Inclusive Fashion Show, siamo arrivate assieme in piazza Duomo dopo un gustoso pranzetto veloce e tante chiacchiere, abbiamo avuto un momento di ripensamento: lo stiamo facendo davvero?

Devo dire che la complicità che si era creata nelle poche ore precedenti tra me e lei, ci è stata di reciproco aiuto. Ah be si, forse è servito anche lo spritz a darci coraggio, lo ammetto.

Alle ore 18.00, tutto è iniziato. Il cuore batteva fortissimo, non capivo più niente e l’adrenalina era a mille. Eravamo tutti lì con i nostri messaggi scritti su dei grandi fogli ed ero anche un po’ orgogliosa perché la maggior parte di essi li avevo scritti io su commissione dei partecipanti.

É stato il mio modo per rendermi utile a quella piccola community che si era creata nelle settimana che hanno preceduto l’evento.

E poi la sfilata è iniziata ed io ringrazio di cuore le persone splendide che hanno condiviso quel momento assieme a me.

Ma perché sfilare alla body positive catwalk?

La domanda io la capisco, quello che fatico a comprendere è il trovare il tempo per commentare senza prima informarsi. Provo a risponderti, se hai voglia di stare ancora con me qualche minuto prima di salutarci.

Lo sapevi che…? 🧠

La prima edizione italiana del Body Positive Catwalk si è tenuta a Milano nel 2018. Un evento unico: decine di persone hanno sfilato in lingerie, per le strade del centro, mostrando con orgoglio cicatrici, disabilità, smagliature e corpi di ogni forma e taglia. Un gesto forte che ha fatto il giro del mondo e ha acceso i riflettori sull’importanza di celebrare la diversità.

Che bisogno c’è di spogliarsi?

Nei giorni successivi alla body positive catwalk sono stati pubblicati diversi articoli in rete riguardo alla manifestazione, ma non ho potuto fare a meno di notare che anche testate importanti, hanno giocato la carta purtroppo vincente del clickbait, mettendo nel titolo la parola “curvy” e scatenando oltre che la curiosità, anche la voglia di commentare confondendo la libertà di parola, con quella di insulto (per citare parole della stessa Laura).

Il significato della body positive catwalk non era certamente osannare cattive abitudini alimentari e proprio il fatto che qualcuno non lo abbia capito conferma il fatto che si: c’è bisogno di spogliarsi per dimostrare che il corpo va rispettato a prescindere dalla sua forma.

Alla bodypositive catwalk abbiamo celebrato l’autenticità di ogni corpo e per questo tra di noi c’erano persone, c’erano storie e non taglie.

Ho voluto partecipare alla body positive catwalk per la me adolescente che nascondeva il proprio corpo imperfetto e lo ha lungo odiato. Ho sfilato però anche per chi ancora non si sente “abbastanza” e ho scelto di portare un messaggio potente.

Lungo la mia sfilata tenevo in mano un cartello con scritto “Saresti più bella senza quella cicatrici”, tratto da una storia vera. Ho volutamente fatto a pezzi quel cartello e così il male che quella frase detta con leggerezza, mi fece allora.

Conclusioni

La body positive catwalk di Milano è stato un evento potente che ha voluto dimostare che ogni corpo merita pace e che ognuno ha il diritto di mostrarsi per come è. Ci sarà sempre a chi piaci e chi no. Ci sarà sempre chi capirà e chi giudicherà e questo non cambia.

Quello che però dobbiamo fare in modo che cambi è il rispetto che ognuno di noi deve avere nei confronti della storia che c’è dietro ad ogni persona e il cuore che spesso ha sofferto troppo e merita pace.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi in tutta tranquillità, anche se non sei d’accordo con me. Credo che ognuno sia libero di pensare e se ti ho dato modo di farlo, sarò comunque felice di leggerti.

Ed ora, per ringraziarti di essere stato o stata con me fino a qui, ti lascio il video della bodypositive catwalk 2025 che mi è piaciuto di più anche se è difficile scegliere, confesso.

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