Ilizarov: 6 domande al Dottor Pili

Chi è il Dottor Pili? Il Dottor Pili è un chirurgo ortopedico d’eccellenza nella chirurgia ricostruttiva e nella chirurgia di anca e ginocchio.

Ho avuto la fortuna di incontrarlo virtualmente un pomeriggio di metà aprile e abbiamo fatto una piacevole chiacchierata.

Il Dottor Daniele Pili con tono calmo e rassicurante, in un dialogo fatto di parole chiare e semplici, mi ha raccontato tante cose interessanti sulla metodica di Ilizarov che non vedo l’ora di condividere con te.

Ecco cosa trovi in questo articolo:

  • cos’è la metodica di Ilizarov e per quali patologie è consigliata;
  • come è cambiato negli anni il trattamento con Ilizarov;
  • che ruolo ha l’alimentazione nella fase di calcificazione e recupero;
  • quanto è importante la relazione tra paziente e professionista;
  • cosa consiglia il Dottor Pili per affrontare un intervento con metodica di Ilizarov.

Ora a te la scelta:

  1. Puoi leggere l’articolo che riporta in maniera sintetica l’intervista al Dottor Pili;
  2. Puoi cliccare qui sotto e vedere il video integrale per non perderti alcune chicche: ad esempio un aneddoto divertente che il Dott. Pili mi ha raccontato riguardo alla sua infanzia, nonché la mia commozione nel parlare di una persona cara ad entrambi;
  3. Puoi leggere questo articolo e guardare anche il video. Wow sarebbe super apprezzato!

In ogni caso, in fondo all’ articolo trovi due tasti per condividere questo post blog e se lo facessi te ne sarei eternamente grata.

Fammi anche sapere nei commenti, come hai scelto di fruire di questa bellissima chiacchierata con il Dottor Pili.

Perché ho intervistato il Dottor Pili

Prima di dirti perché ho voluto intervistare il Dottor Pili, facciamo un passo indietro.

Sono nata in un corpo che non segue i canoni della perfezione, ma con il tempo, ho scoperto come trasformare questa condizione in un’opportunità per ispirarti a fare altrettanto, trovando la bellezza in ogni caratteristica che definiamo imperfezione.

Ciò che mi ha spinto a creare un blog è l’assoluta convinzione che la condivisione ha il potere di rompere le barriere ed ispirare il cambiamento.

Ho scelto di raccontarmi attraverso queste pagine virtuali perché desidero essere di aiuto a tutte le persone che come te devono affrontare un intervento con la metodica di Ilizarov.

Poter intervistare il Dottor Pili a distanza di soli quattro mesi dall’inizio di questo progetto, è per me motivo di grande orgoglio e motivazione ad andare avanti.

É molto importante per noi pazienti accorciare le distanze che sembra ci separino dai nostri professionisti di riferimento ed è invece utile capire, come leggerai più tardi, che l’obiettivo di professionista e paziente è lo stesso e per questo motivo la collaborazione, è essenziale.

Ora ti lascio all’intervista.

Che cos’è la metodica di Ilizarov?

La metodica di Ilizarov è una metodica che sfrutta la callotassi.

Ovvero consente di creare una rima di frattura, in questo caso un’osteotomia, sulla quale poi si eseguono delle manovre.

Queste manovre possono essere di allungamento o di correzione per riallineare dei segmenti, allungare segmenti ossei e recuperare dei segmenti di osso mancanti, quindi andare a curare quelle che sono le perdite d’osso.

Grazie a queste sue capacità siamo in grado di trattare molte patologie:

  • la frattura;
  • le deformità dell’arto semplici;
  • le deformità molto complesse;
  • le perdite d’osso di tipo traumatico;
  • le perdite d’osso a causa di infezioni;
  • il semplice allungamento di un arto o più arti.

Dagli anni sessanta cosa è cambiato?

É decisamente cambiato molto. Negli anni 60 era proprio agli albori e i pazienti erano tutti tenuti in ospedale per tantissimo tempo, perché ancora non si capiva come farla funzionare.

Noi in occidente abbiamo iniziato a utilizzarla nei primi anni 80, soprattutto nel centro di Lecco, dove io poi sono venuto ad imparare la tecnica Ilizarov.

Abbiamo anche poca documentazione di quel periodo.

E ancora per tanti anni, in certi posti, in certe zone, dove la tecnica era svolta in maniera più tradizionale, i pazienti venivano tenuti in ospedale per tanto tempo.

Ancora oggi in Italia ci sono degli ospedali dove vengono ricoverati i pazienti pediatrici, quindi i bambini, per tantissimo tempo.

Questo, nella mia esperienza in chirurgia pediatrica, non è un bene, perché il bimbo prima viene mandato a casa, come anche l’adulto, meglio è.

Quindi bisogna sì tenerlo in un ambiente protetto, ma questo non vuol dire che debba essere l’ospedale.

Nel senso che se i pazienti, e nel caso dei bambini i genitori, sono ben istruiti, sanno cosa controllare, dove stare attenti, eccetera, rendono la loro stessa abitazione, un ambiente protetto, in grado di gestire in autonomia il fissatore esterno.

Noi per questo diamo dei manuali, facciamo vedere dei video, li mettiamo in contatto con altri pazienti, infatti grazie Laura anche per questo, perché il vostro lavoro di informazione è molto importante, con tutte queste informazioni.

Molto spesso questi trattamenti durano per molto tempo, nei bambini sono dei periodi brevi, almeno 3-4 mesi, per tante volte, e quindi il tempo si somma.

Meno è il tempo in cui il bambino si trova a disagio costretto in ambienti ospedalieri, meglio è per lui che la vivrà in maniera molto meno traumatica.

Per gli adulti è un po’ più semplice, ma ci teniamo sempre in contatto anche via messaggi, e-mail, video.

Possono sempre essere in contatto con i nostri collaboratori, con le segretarie.

Questo network ci permette di individuare subito i problemi importanti, per cui noi subito andiamo a reagire, e invece gestire problemi più semplici con dei consigli.

Facciamo sì che questo periodo di trattamento sia più semplice possibile, sia per noi che soprattutto per il paziente.

Già essere a casa è tutta un’altra questione, poter camminare con le proprie gambe, riuscire a fare un tratto di scale, questi sono tutti piccoli passi che si ottengono pian piano, e prima si ottengono e meglio è.

Vi assicuro che riabilitarsi a casa è più semplice che in un ospedale, seduti in un letto ad attendere, non si sa bene che cosa spesso.

Calcificazione e recupero: cosa può dirci a riguardo?

Sono tutte fasi importanti, anche la fase di distrazione è molto importante, anzi quella per noi è la più critica, perché dobbiamo stare attenti che non si formino delle deformità, se ci sono dei problemi: per noi la parte più importante è quella.

La calcificazione per noi è la parte semplice, quella dove il paziente deve solo stare attento a certe cose, vedere che non ci siano dei problemi, notarli e farci sapere subito.

Dal punto di vista del paziente è quella che piace di più, perché si sta guarendo, ci si accorge che il trattamento è nella parte finale, quindi si concentra molto su questa.

Naturalmente bisogna avere una dieta molto proteica, anche ricca di calcio, ma non è l’unico elemento indispensabile, molti si concentrano troppo sul calcio, e prendono tanti supplementi.

É vero che il calcio aiuta, ma nella nostra esperienza, prendere troppi supplementi di calcio può portare anche a una diminuzione dell’apporto del resto della dieta, anche per motivi  di assorbimento.

Quindi bisogna un po’ bilanciare la cosa: mangiare sano, leggermente ipercalorico, senza prendere peso naturalmente, iperproteico, e utilizzare degli alimenti ricchi di calcio.

Durante la formazione dell’osso, stiamo facendo uno sforzo enorme, un po’ come la crescita del bambino.

Nella chirurgia, tra i fattori importanti da controllare c’è anche l’alimentazione. Nei testi anglosassoni è considerata al pari della chirurgia, l’alimentazione.

Io, avendo studiato lì, non ho potuto fare a meno che portare con me questo modo di pensare.

I risultati si vedono, insomma, stando attenti anche a questo lato.

Quanto conta il rapporto tra paziente e professionista?

É fondamentale. Ormai abbiamo visto veramente tanti pazienti ed io capisco subito se il paziente andrà bene o male.

Perché è veramente importante che noi professionisti diamo fiducia, e che loro ci diano fiducia.

Quindi è un lavoro reciproco, dove il mio è più difficile, perché devo far vedere che si possono fidare di me e questo io lo faccio non certo mettendo in mostra grandi paroloni: parlo in maniera molto semplice col paziente.

Voglio che mi capisca, dico la verità, gli dico è una strada difficile e lunga. Avremo difficoltà, avremo molto probabilmente complicanze, le risolveremo, alla fine avremo il risultato finale e sarà quello che cercavamo di ottenere.

E questo è il modo con cui io cerco di pormi.

Devo dire al paziente che il modo migliore è quello di seguire alla lettera quello che facciamo noi.

Perché voi di questi trattamenti, ne vedrete due o tre volte nella vostra vita, ma il paziente tipico lo vede una volta solo nella sua vita.

Quindi è impossibile studiando su internet o parlando con altre persone avere un quadro superiore rispetto al nostro che ne abbiamo visto migliaia.

Il nostro obiettivo è lo stesso del paziente, farlo guarire, guarire in fretta e guarire bene.

Noi cerchiamo sempre di far passare questo periodo nel minor tempo possibile e nel miglior tempo possibile.

Perché altrimenti è inutile aver fatto un trattamento dove poi il paziente l’ha subìto e basta.

Dobbiamo cercare di non farglielo subire, ma di viverlo con le sue difficoltà, nella maniera migliore possibile.

Lo esprimo sempre. Io ho lo stesso identico obiettivo.

  • Non c’è motivo per cui io non voglia che il paziente guarisca prima;
  • Non c’è motivo per cui io non voglia che guarisca bene;
  • Non c’è motivo per cui io non voglia che abbia un risultato perfetto.

Sono felicissimo quando vedo un risultato perfetto.

Dico – ah ecco qua, dopo tutto questo tempo abbiamo ottenuto questo risultato. Bellissimo. Sono contento di aver dedicato il mio tempo a questo. –

Cosa può fare il paziente?

Noi facciamo il 50%. L’altro 50% lo fa il paziente seguendo le nostre istruzioni e cercando di non auto-crearsi problemi e di non auto-distruggersi.

Ci sono dei pazienti che a volte, entrano un po’ in panico e tendono a fare delle cose creando problemi su problemi.

É quindi importante ascoltarci perché, come dicevo prima, noi professionisti abbiamo lo stesso obiettivo del paziente e se diciamo qualcosa è perché vogliamo che tutto vada bene.

Seguite quello che diciamo se avete qualsiasi domanda, fatecela.

Io a volte per spiegare come si fa l’allungamento lo faccio anche 10 volte. Per me non è un problema perché il problema è se il paziente non fa la manovra giusta, ma perdere 10 minuti in più per rispiegare come fare non è un problema affatto per me e ce li dedico volentieri.

Fate le domande, noi siamo felicissimi di rispondere. Nessuno vi tratterà come persone che non capiscono, non conoscete la materia è la prima volta che lo vedete.

É quindi lecito fare qualsiasi tipo di domanda.

Le esperienze sono tutte diverse.

A volte i pazienti tendono a parlarsi nei blog e a pensare che il proprio trattamento sia identico di quello di un altro. Sono tutti diversi perché ci sono degli elementi che loro, non sanno il perché, ma creano delle grosse differenze.

Differenze nella tempistica, nel tipo di riabilitazione, differenze nel tipo di ritmo, di come fare, di dove farlo.

Anche i fissatori fatti da diversi professionisti vengono gestiti in maniera differente e quindi dovete chiedere al vostro medico.

Noi che ci occupiamo di fissazione esterna, siamo un gruppo molto affiattato e ci conosciamo tutti. Cerchiamo di standardizzarlo nel possibile, ma ci sono sempre delle differenze.

Non tutti facciamo la stessa cosa nello stesso modo quindi va chiesto al proprio medico perché abbiamo il quadro in mente, abbiamo visto tantissimi pazienti e sappiamo risolvere praticamente ogni complicanza.

Voi riferiteci a tutto quello che volete riferirci e noi vi risponderemo adeguatamente.

Che consiglio darebbe ad un genitore?

Ci sono diversi tipi di pazienti pediatrici.

Ci sono bambini che non vedono l’ora di mettere l’ilizarov perché si rendono conto che cambierà la loro vita e ci sono bambini che sono molto spaventati dalla cosa.

Lo stesso vale per i genitori. Ci sono genitori che non vedono l’ora e genitori che sono spaventatissimi dalla cosa.

L’approccio è completamente diverso perché uno va più rassicurato l’altro va più calmierato e gli va detto che non sarà rose e fiori.

L’ilizarov è visto come una cosa brutta e cattiva che creerà problemi, ma è un grande investimento.

Per cominciare un trattamento di Ilizarov si fa un investimento e il risultato si vede dopo tanto tempo a volte mesi, a volte anni.

Va preso come tale, come una cosa difficile, ma che alla fine darà un risultato che migliorerà la vostra vita e questo deve spingere tutti quanti a vedere che poi alla fine ci sarà il risultato.

Si arriva sempre alla fine, spesso con difficoltà, ma si ottiene il risultato e sono tutti felici di aver fatto l’intervento.

Molte volte mi dicono – L’avessi fatto prima – però sono sempre cose che uno deve iniziare quando se la sente, senza forzature.

Voglio anche aggiungere che fortunatamente le metodiche stanno anche cambiando e col tempo abbiamo anche nuovi sistemi.

Per semplici allungamenti di arto adesso utilizziamo i chiodi endomidollari che sono delle Ferrari! Vanno dritte e veloci e il trattamento diventa molto più breve e semplice.

Spero che in Italia riusciremo ad impiantare questi chiodi tanto quanto i fissatori perché ancora nel pubblico abbiamo ancora un po’ di problemi di spesa.

Ne mettiamo già tantissimi e siamo leader in Europa nel mettere i chiodi endomidollari: ci stanno dando dei risultati molto belli.

I vantaggi dei chiodi endomidollari sono:

  • pazienti soddisfatti;
  • recupero più veloce;
  • meno stress;
  • “il mostro” è dentro la gamba e non si vede più.

Quindi anche l’ effetto visivo è tolto e questo sia negli adulti che nei bambini significa tanto. L’alternativa del chiodo endomidollare va presa in considerazione se un paziente ha paura dell’Ilizarov perché è un metodo che, in maniera alternativa, dà dei risultati veramente belli e in tempi molto più brevi.

Va detto che la sua applicazione è determinata da alcune variabili. Non è detto che sia sempre una strada percorribile in alternativa all’Ilizarov (NdR).

Ringraziamenti

L’intervista con il Dottor Pili si è conclusa mostrandogli alcune foto che mi ritraevano con l’Ilizarov e con il Dott. Catagni, suo maestro nonché il dottore grazie al quale ho conosciuto nel 1986 l’Ilizarov, permettendomi nel tempo di raggiungere i grandiosi risultati di cui abbiamo parlato durante questa piacevole intervista.

Non ho tra l’altro potuto fare a meno di nascondere l’emozione nel parlare del Dott. Catagni tanto che ad un certo punto ho temuto che mi stesse colando l’eye-liner (nel video si nota verso la fine).

Non era previsto se ne parlasse, è stata una mia idea improvvisata e quindi ho rischiato da sola di finire l’intervista in lacrime. Insomma, non è il mio lavoro fare interviste si capisce eh?

Il Dottor Pili si dichiara felice di essere un discepolo del Dottor Catagni e in lui vedo la stessa determinazione e professionalità del “Prof.

Lui mi ha insegnato che bisogna essere schietti e non andare intorno al problema. Gli inglesi dicono “beat around the bush” cioè se c’è un problema, non andare a colpire a caso, vai dritto sul problema.
Il problema è questo, va risolto così e adesso faremo questo e poi bisogna essere sicuri quando si fanno queste cose e dire queste cioè dirlo con sicurezza perché dobbiamo sapere quello che stiamo facendo e noi grazie a cielo dopo tutti questi anni, sappiamo cosa stiamo facendo!

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Riflessioni

Avrei voluto fare tante altre domande al Dottor Pili, ma credo che questa chiacchierata sia già stata un bellissimo regalo per questo blog e per te che hai letto questo articolo.

La consapevolezza e la conoscenza sono fattori determinanti quando ci si appresta ad investire parte della propria vita nel trattamento di Ilizarov.

Allo stesso modo è importante avere fiducia nel proprio medico di riferimento perché, sebbene sia di gran conforto la condivisione ed il dialogo tra noi pazienti, altrettanto lo è far riferimento ai medici e non cercare sul web risposte che nessuno può darti con certezza, se non chi ti ha operato.

E prima di salutarti, se vuoi contattare il Dott. Pili trovi tutti i riferimenti nella video intervista!

 

 

8 Comments

  1. aurelia

    Intervista interessante e ricca di consigli. Un medico che rassicura nonostante la tecnica ilizarov faccia un po’ paura. Brava Laura

    • Vero! Persona molto chiara, disponibile e rassicurante. Nel corso di questa chiacchierata il Dottor Pili ha detto delle cose molto interessanti.

      • Gianfranco Strocchi

        Ottima intervista Laura. Porto Ilirazov da molti mesi in seguito a infezione e resezione della tibia. Purtroppo sono ancora poche le unità ospedaliere eccellenti in questa terapia, il paziente si accorgerà presto dal web che il prof Catagni e il prof Kirienko più pochi altri, sono gli oracoli ai quali rivolgersi (se è in grado di poterlo fare) Esperienza durissima ma certamente formativa. Se tutto andrà bene il paziente troverà nel suo medico il miglior amico che ha incontrato nella vita.

        • Ti ringrazio Gianfranco per aver letto o visto questa intervista. Molto interessante la tua ultima frase che confermo, infatti alla fine del video si può palesemente vedere che solo pronunciare il nome del Prof Catagni, mi sono commossa. Trovare figure come il Dottor Pili, Catagni e Kirienko è il miglior investimento che si possa fare. In bocca al lupo!

  2. Rosf

    Ti ringrazio, se prima avevo letteralmente paura ora ne ho di meno, non è che ho smesso ma mi avete rassicurato

    • Ciao e grazie per aver letto questo articolo. Capisco le tue paure dalla prima all’ultima e nessuna di esse è banale. Dal “come mi vesto?” al “potrò fare la cose da sol*?” è tutto accettabile e comprensibile. Come ha detto anche il Dott. Pili durante l’intervista, mettere l’Ilizarov è un investimento e sicuramente è oneroso, ma credimi: è una metodologica comprovata da davvero tanti decenni ed i risultati ci sono. Ci vuole pazienza e una buona rete di supporto: sai dove trovarmi 🙂

  3. luca Fersini

    Come contattare il prof.Pili?

    • Ciao Luca sul video che trovi nell’articolo che hai letto trovi i suoi riferimenti così come sul sito del Dott. Pili.

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