Ho deciso di fare un periodo di Instagram detox. Non credere sia stato facile, anzi è stata una decisione bella tosta, ma mi sono fermata per qualche giorno.
Sì, hai letto bene. Stop da Instagram. Almeno per un pò.
Lo so, lo so, ti starai chiedendo: ma Laura, proprio adesso? E in effetti ammetto che è il momento peggiore che potessi scegliere.
Tra qualche settimana, il progetto a cui ho messo l’anima negli ultimi due mesi, sarà finalmente qui tra le mie mani e presto tra le tue. Questo dovrebbe essere il momento in cui sparo dettagli, creo hype che neanche a Hollywood, e preparo il terreno per il lancio.
Oppure potrei fare come Chiara Ferragni e bypasso tutta la fase del prelancio e ti sbatto il mio nuovo prodotto in faccia con un video dove salto sui divani di casa. Che ne dici? No. Hai ragione, pessima idea e prima che tu capisca male non ti tratta di una candela profumata ma it’s gonna be incredible lo stesso.
E invece? Sì, scelgo di sparire da Instagram. Solo un po’, magari il tempo per alleggerire la presa e capire meglio se e come tornare.
Perché fare uno stop da Instagram
Era proprio necessario smettere di condividere contenuti su Instagram? Quando senti che questo social ti sta prosciugando le energie, si. La domanda tuttavia è del tutto lecita. E la risposta è semplice, diretta, come piace a me: si, perché ero in sovraccarico.
Instagram aveva iniziato ad assorbirmi più energie di quanto fosse umanamente giusto. Tante, troppe energie.
Ti dirò la verità, per un attimo ho creduto che il problema fossi io. Mi sentivo non abbastanza brava a stare dietro ai ritmi folli di Instagram, con quei trend lampo che cambiavano ogni due giorni. Eravamo arrivate al punto che provavo un misto di imbarazzo e quasi ridicolo all’idea di dover mettere in scena pezzi della mia vita, cercando un modo per emergere da quella massa infinita di contenuti tutti uguali.
Ero arrivata al punto in cui anche le cose più vere della mia quotidianità, sembravano una recita. Ti faccio un esempio chiarissimo: ho registrato un video in cui entro in casa e saluto Margherita. Certo che lo faccio tutti i giorni! Ma è altrettanto ovvio che, prima di aprire la porta, avevo messo il telefono sul treppiede, avviato la registrazione e fatto il conto alla rovescia: “10… 9… 8…”.
Tutto era diventato un potenziale contenuto. E così, mi perdevo il momento reale con la mia gatta, perché ero già proiettata alla musica, agli hashtag, a cosa ne sarebbe uscito. Ti è mai successo di perderti la vita vera pensando a come postarla? Se sì, batti un colpo!
Non ho saputo distinguermi? Forse. Ma a un certo punto ho capito: quel mondo, che all’inizio mi aveva pure dato soddisfazione, non mi rendeva più felice. E se c’è una cosa che ci insegna la bodypositivity e l’ascolto di sé, è che abbiamo il diritto sacrosanto di allontanarci da ciò che ci fa male e non ci riempie più l’anima.
IIl fatto è che Instagram mi aveva succhiato via il buon umore, lasciandomi solo con l’amaro in bocca: disillusione pura. La cosa che non mi scendeva proprio giù era assistere al trionfo di contenuti oggettivamente di qualità inferiore ai miei.
Mi facevo il mazzo per creare qualcosa di valido, ma vedevo che l’investimento di energie non portava più a nulla, non c’era ritorno. E a metterci il carico, c’è tutto quel marasma di disinformazione che circola, trasformando la piattaforma in un luogo che ho percepito tossico.
E oltretutto era diventata per me insopportabile la sensazione che la gente ormai scrolli e basta, non legga. Quante volte ci siamo fermati alla copertina di un reel o al reel stesso senza leggere la caption?
Piuttosto che investire quei 10 secondi per guardarlo quel reel o leggere la didascalia, la gente ti inonda di domande in direct che ti fanno capire chiaramente: non hai letto una riga di quello che ho scritto ed io devo investire il mio tempo per risponderti perché la community è sacra.
Anche no.
Per un pugno di likes
Quello di Instagram è un circolo vizioso perverso: alimenta il nostro bisogno di approvazione (quei famosi like) e, intanto, succhia via la risorsa più preziosa che abbiamo: il tempo. Ci propone reel di pochi secondi, studiati per farci rimanere lì, incatenati, mentre l’unica cosa che fa è ingrassare le tasche della piattaforma, spesso grazie anche ai soldi che spendiamo per le sponsorizzazioni.
E la cosa che fa più male è quando ti rendi conto che questo tempo lo stai rubando alla vita vera.
E qui arriva il punto cruciale, quello che mi ha fatto dire “Basta, Laura, stop”. A me piace scrivere. Lo sai, il mio cuore batte per le parole, per gli articoli come questo, dove possiamo chiacchierare senza fretta. E purtroppo Instagram non è un posto per chi ama scrivere.
All’algoritmo non piace questa Instagram detox
So bene che probabilmente all’algoritmo la mia decisione di fare uno stop da Instagram, non piacerà e so bene che se scelgo di tornare e starci “a modo mio”, potrebbe non essere una strategia che mi farà crescere esponenzialmente. Pazienza.
Ho comunque capito che il problema non è Instagram in sé. È quel meccanismo tossico in cui a volte cadiamo. Quella vocina che ti dice: “Devi postare”, oppure “Devi seguire quel trend, altrimenti l’algoritmo ti punisce e i nuovi follower non ti conoscono”.
E allora passi ore a scrollare in cerca di ispirazione, e la tua mente, invece di svuotarsi, si riempie di un sovraccarico di informazioni inutili.
Quando ho ammesso a me stessa che stavo vivendo male Instagram, ho detto: “Ok, Laura, spegni”.
Tre anni fa ho iniziato questo percorso, e la mia frase ricorrente è sempre stata:
Sono nata in un corpo che non segue i canoni della perfezione, ma con il tempo, ho scoperto come trasformare questa condizione in un’opportunità per ispirarti a fare altrettanto, trovando la bellezza in ogni caratteristica che definiamo imperfezione. E un’altra cosa che ti dico sempre è che nella Body Positivity ci metto anche l’ascolto di sé.
E, onestamente, non mi stavo ascoltando per niente! La verità è che non sono abbastanza brava per compiacere l’algoritmo, e forse… non mi interessa nemmeno.
E no, non è questione di organizzazione. Sfido chiunque a fare tutto quello che faccio io – lavoro a tempo pieno in ufficio, gestione della famiglia, blog – e a sentirsi ancora fresco. È proprio lo stato mentale che mi metteva addosso Instagram, che non va bene.
Qualsiasi progetto, inclusa la vita online, richiede un dispendio enorme di tempo e fatica per crescere. E visto che io non ho batterie infinite (nessuno le ha!), ho deciso dirottare queste forze in direzioni che mi danno un ritorno emotivo e professionale concreto, come ad esempio nella scrittura e nel mio lavoro principale, che mi appaga e mi impegna con soddisfazione.
Basta sprechi, in questo momento scelgo dove investire la mia vita perché devo capire come stare su Instagram in maniera sana.
Ecco perché questa detox. Non so dove mi porterà stop da Instagram ne quanto durerà. Tornerò tra due giorni? Tra un mese? Sono tutte domande che mi sto facendo in questi giorni. Ma sai cosa mi sono accorta? Al momento sto molto meglio così anche se il lavoro continua.
Sto lavorando nel retrobottega diciamo!
Qui, sul mio blog posso fare la cosa che mi fa stare bene davvero, l’unica che mi permette di esprimere tutte le sfaccettature della mia persona: scrivere.
E se sei arrivatə fino alla fine di questo articolo, significa che la mia missione l’ho compiuta: parlare ad una persona che ha davvero voglia di ascoltare. E questo per me vale molto più di mille like.
👀E a te è mai capitato di sentirti così sovraccaricato dai social tanto da fare uno stop? Cosa hai fatto in quel momento? Fammelo sapere qui sotto!